La seconda edizione della vita by AA.VV

autore:AA.VV. [AA.VV.]
La lingua: ita
Format: epub, azw3
Tags: Psychology, General, Psychopathology, Psychotherapy
ISBN: 9788833970875
Google: eDTy5_Uo4UEC
editore: Bollati Boringhieri
pubblicato: 2011-06-15T22:00:00+00:00

6.

Sarah: «Questa aplisia … mi dà il voltastomaco»

Questa aplisia … è così informe e inerte, così molliccia e viscida che mi dà il voltastomaco.

Il primo incontro con Sarah è preceduto da una telefonata di un suo presunto vecchio amico che mi esorta ad accettarla come paziente. Mi avverte di non lasciarla sgusciare via, «perché Sarah» – mi spiega – «è una persona che scarica i suoi problemi sugli altri, ma temo che si tiri indietro se le si offre un aiuto reale. Inoltre, dà l’impressione di sapere affrontare i momenti difficili perché è una donna molto attiva e piena di risorse, davvero energica. Probabilmente le dirà che sta attraversando un brutto momento ma, le posso assicurare, la sua vita è un susseguirsi di brutti momenti! Ogni volta sembra uscirne indenne, ma è soltanto apparenza perché, nell’arco di poco tempo, ricade nel disagio. Si dedica a un nuovo progetto con grande slancio poi, al primo segno di difficoltà, fa una scenata e vi rinuncia. È fatta così. Potrebbe avere la stessa reazione con l’analisi, temo, arrivando perfino a dichiarare di volerla fare, per poi abbandonarla perché parte per un’altra tangente».

Sarah arriva all’appuntamento. È una donna sulla quarantina; non può dirsi bella ma dai tratti eleganti, indossa un abbigliamento sobrio e di gusto. Entra a grandi falcate nella stanza di analisi e, senza preamboli, inizia subito a illustrare la difficoltà che la opprime. Il suo sguardo è intenso, riflette la vitalità della sua vita interiore e il suo sforzo di comunicare ciò che succede dentro di lei più che manifestare un interesse verso l’interlocutore.

Parla animatamente, senza arrestarsi e generalmente lasciando incompiute le frasi. Un nuovo argomento soppianta il precedente, appena abbozzato. Perciò, dopo un attento ascolto da parte mia, mi sento travolta da brandelli disparati di argomenti iniziati e abbandonati. Non dispongo degli elementi necessari per comprendere di che cosa parli e, ogni tanto, mi sforzo di rimediare ponendole qualche breve interrogativo o offrendole qualche commento, ma i miei interventi non migliorano significativamente la situazione. Sarah mi ignora quasi del tutto, dando delle risposte concise e vaghe per immergersi immediatamente nel proprio flusso riflessivo. Non sembra interessata a collocare i suoi intensi stati affettivi nella realtà fattuale e non fornisce alcuna informazione su dove, quando, con chi o perché, né le viene in mente che potrei non starle dietro nei suoi racconti.

Durante i primi colloqui apprendo che ha sempre lavorato – come impiegata con uno stipendio regolare o come volontaria a titolo gratuito – presso delle agenzie umanitarie internazionali che forniscono assistenza alle popolazioni in difficoltà: vittime di disastri, guerre, povertà e violenza. Le è capitato di doversi trasferire da un ente a un altro per i conflitti scoppiati con i suoi superiori e le sue esplicite critiche delle loro scelte politiche e organizzative.

A vent’anni Sarah si era sposata con un compagno di università. Insieme decisero di interrompere gli studi e lanciare un progetto di alfabetizzazione ed educazione sanitaria in un paese in via di sviluppo, ma i profondi disaccordi sulla sua

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